Tra competenza tecnica e capacità di leadership, la formazione aziendale per i capi intermedi
Sono molte le aziende che si trovano di fronte a una sfida che conosco molto bene: valorizzare i capi intermedi non solo nella competenza tecnica ma nella capacità di leadership. Si tratta di figure cresciute all’interno dell’organizzazione grazie alle competenze tecniche, spesso eccellenti nel “fare” e che necessitano di un’evoluzione per guidare persone e processi con efficacia. In aula vedo spesso questa necessità: i capi intermedi sono il vero motore delle dinamiche operative e per diventare leader efficaci devono acquisire competenze trasversali fondamentali per la gestione dei collaboratori, saper coltivare le relazioni, sviluppare metodo nell’organizzazione del lavoro, saper delegare e sviluppare una comunicazione efficace, essere coach. La formazione aziendale mirata può rappresentare il fattore decisivo in questa trasformazione.
La formazione aziendale come leva di consapevolezza
In vent’anni di esperienza nel settore HR, ho avuto il privilegio di osservare come i capi intermedi siano estremamente aperti all’apprendimento, contrariamente a quanto spesso si pensa. Programmi formativi in cui viene data la possibilità di comprendere le proprie dinamiche, mettersi in gioco in modo autentico, lasciando emergere le difficoltà e i dubbi che, per cultura o abitudine, rimangono nascosti, risultano estremamente efficaci.
Nei corsi che propongo, applico il metodo maieutico: accompagno le persone a scoprire sé stesse, a capire come reagiscono nelle relazioni, come gestiscono le emozioni nei momenti di stress e come organizzano il lavoro. In ogni sessione formativa, la consapevolezza diventa la vera protagonista. Solo successivamente vengono trasferiti strumenti, tecniche e nozioni, ma prima si parte da una maggiore conoscenza di sé e dalla scoperta di schemi di comportamento cristallizzati nel tempo.
Spesso mi colpisce vedere come, man mano che si sviluppa questa autoconsapevolezza, le persone coinvolte nella formazione cambiano il modo di approcciarsi al lavoro. Cominciano a riconoscere i meccanismi relazionali che frenano i team, migliorano la comunicazione e acquisiscono maggiore sicurezza nel gestire le criticità. Diventano più tolleranti verso i comportamenti degli altri. Si tratta di un cambiamento di competenze, ma soprattutto di mentalità che si riflette positivamente sull’efficienza organizzativa e sul benessere aziendale.
Il divario tra i capi intermedi e la dirigenza: come colmarlo
Noto tuttavia un divario tra la mia committenza: i manager che rilevano i bisogni di formazione e le persone che effettivamente ne beneficiano. La dirigenza, spesso assorbita dalle pressioni operative e dalle responsabilità strategiche, trova poco spazio per momenti formativi strutturati. Tuttavia, credo fortemente che anche una persona estremamente esperta e strutturata possa beneficiare di un percorso mirato, anche solamente per allineare le proprie competenze con i contenuti offerti ai propri collaboratori.
A latere della formazione d’aula classica, immagino interventi formativi in piccoli gruppi riservati, dove sia possibile esplorare le sfide quotidiane e rafforzare le competenze di leadership, amalgamando la propria esperienza con quella delle persone gestite quotidianamente. Questi spazi potrebbero diventare vere occasioni di apprendimento e laboratori di confronto su temi concreti e attuali, creando maggiore allineamento con i capi intermedi che stanno evolvendo.
Questa vicinanza permetterebbe di ridurre quel senso di scollamento che spesso si percepisce, favorendo l’ingaggio, un linguaggio comune e una condivisione di obiettivi che rafforzano l’efficacia della formazione a ogni livello aziendale. L’obiettivo è creare un ponte stabile tra le competenze tecniche e quelle manageriali, favorendo una cultura aziendale condivisa e orientata alla crescita.
Verso una leadership condivisa e consapevole
La verità? La formazione aziendale è ancora troppo spesso vista come un costo e come un momento di “pausa” dal lavoro. In realtà, è un investimento strategico, anche e soprattutto per la dirigenza. Proprio per questo, immagino interventi mirati che possano adattarsi alle agende complesse dei manager, garantendo un percorso di sviluppo sostenibile e allineato con le esigenze organizzative.
Lavorare con i capi intermedi mi ha insegnato che la vera crescita si realizza tramite la capacità di mettersi in discussione, di guardare con occhi nuovi alle dinamiche aziendali e di guidare con maggiore consapevolezza emotiva e relazionale. La formazione dei capi intermedi rappresenta un’opportunità unica: il primo passo verso una leadership più vicina alle nuove generazioni che stanno entrando nel mondo del lavoro e capace di trasformare la cultura aziendale.
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