Sfide HR oggi: tecnologia, connessioni e consapevolezza

TRE SFIDE HR

Le tre sfide delle HR oggi

Tecnologia, wiring e consapevolezza.
E perché quest’ultima può davvero trasformare le organizzazioni.

Il mondo delle Risorse Umane sta vivendo un cambiamento strutturale. Parliamo certamente di nuove tecnologie, ma anche di una ridefinizione profonda del ruolo che le imprese possono giocare nella crescita delle persone.

Nel 2018, anticipando questa trasformazione, insieme a un gruppo di colleghe HR abbiamo creato un ciclo di incontri chiamato “HR WHY”, ospitato nei luoghi più innovativi e ispiranti del territorio biellese: da Bonprix e Mondoffice, alla splendida Villa Tempia sede di Sinthema, Villa Boffo, al Lanificio Maurizio Sella, sede di Sellalab. L’obiettivo era semplice e ambizioso: interrogarci sul nostro “perché”, capire come affrontare la complessità del cambiamento e ritrovare il senso della nostra funzione.

Tra gli ospiti di quell’esperienza, abbiamo avuto il privilegio di ascoltare il professor Luca Solari, docente di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi di Milano, autore e pensatore di riferimento per chi osserva con lucidità l’evoluzione del lavoro.

Una sua recente riflessione in video mi ha riportata proprio lì, a quell’intuizione di fondo:

“Oggi le HR devono integrare la tecnologia, ricucire i legami organizzativi e aiutare le persone a sviluppare consapevolezza tra chi sono, chi vogliono essere e le opportunità reali in azienda.”Luca Solari

Come consulente e psicologa del lavoro, mi trovo ogni giorno a confrontarmi con queste tre sfide. E a riconoscere nella consapevolezza il vero nodo trasformativo. Ma vediamole una per una.

1. Tecnologia: da strumento a leva culturale

L’adozione tecnologica è solo la superficie del cambiamento.
Automazione, intelligenza artificiale nei processi di selezione, learning platforms, HR analytics… sono realtà già operative.  “Digitalizzare” per innovare non è sufficiente.

La vera sfida per le HR – e per chi guida l’organizzazione – è governare l’integrazione tra umano e digitale, evitando che le persone si sentano ridotte a ingranaggi.
Servono competenze nuove e una cultura organizzativa capace di leggere il cambiamento come opportunità evolutiva delle competenze umane, non come sostituto e minaccia.

2. Wiring: ricostruire connessioni vive

“Wiring” significa guardare oltre l’organigramma.
Parliamo dei legami profondi che tengono unita un’organizzazione: relazioni, comunicazioni trasversali, fiducia diffusa.

Oggi molte aziende si trovano frammentate, con barriere tra generazioni, sedi, livelli decisionali. La sfida è ritessere queste connessioni, creando contesti inclusivi e vitali.

Chi guida un’impresa dovrebbe chiedersi:

“Nella mia organizzazione, le persone sono connesse o solo collegate?

3. Consapevolezza: il vero vantaggio competitivo

La terza sfida è quella che ha più potere trasformativo.
Aiutare le persone a maturare consapevolezza del proprio percorso, delle proprie risorse e di ciò che è possibile costruire insieme all’organizzazione.

Incontri in grado di agevolare lo sviluppo strategico del potenziale umano. 
Quando un’azienda crea spazi in cui le persone si riconoscono, scelgono, si responsabilizzano e mettono in campo il meglio di sé, accade qualcosa di potente: la performance cresce, e con essa il valore complessivo.

S.F.E.R.A. Coaching

Allenare la consapevolezza, attivare il potenziale, connettere 

Il modello S.F.E.R.A., mutuato dal mental coaching sportivo e adattato al contesto aziendale, lavora su cinque dimensioni fondamentali:

  • Sincronia → equilibrio tra corpo e mente

  • Forza → capacità di attivare le proprie risorse

  • Energia → regolazione mentale, emotiva e fisica

  • Ritmo → visione chiara e leadership efficace

  • Attivazione → coerenza tra intenzioni, valori e azioni

Con il mio team applichiamo questo modello in percorsi pensati per sviluppare performance sostenibili, motivazione profonda e benessere reale.

Non è un approccio motivazionale “usa e getta”, dove l’attivazione dura giusto il tempo del ricordo di una bella esperienza, ma un allenamento trasformativo: concreto, misurabile, duraturo e replicabile dall’individuo una volta acquisito.

La capacità di replicare una performance eccellente è un’energia disponibile in ognuno di noi, se alleniamo le condizioni per farla emergere e parte dalla consapevolezza tra chi sono, chi voglio essere e le opportunità reali in azienda.

Perché tutto questo riguarda direttamente i CEO?

Oggi il vero vantaggio competitivo è umano.
Tecnologie e processi si replicano, le persone no.

Investire nella consapevolezza e la connessione profonda dei propri collaboratori significa generare:

  • più responsabilità diffusa

  • più fiducia e autonomia

  • più motivazione intrinseca

  • migliori performance, più durature

In una parola: cultura.

E una cultura forte non si compra: si costruisce.
A partire da chi guida.

Vuoi portare nella tua azienda un approccio più umano, strategico e trasformativo?

Scrivimi. Possiamo cominciare da lì.

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