Costruire aziende dove le persone crescono
In questi giorni mi è tornata in mente una delle teorie che ho sempre trovato più utili durante i miei studi in psicologia: la teoria dell’attaccamento di John Bowlby. La teoria dell’attaccamento, ed in particolare la costruzione di un legame sicuro, è un utile elemento da considerare anche in età adulta e in ambito organizzativo. Bowlby ci ricorda una cosa fondamentale: la qualità delle nostre prime relazioni è la base su cui costruiamo tutte le successive, anche quelle professionali.
Dal legame sicuro alla rete di fiducia
Sto lavorando a un progetto per un’azienda che vuole rafforzare la retention: in pratica, creare maggiore coinvolgimento, allineamento ai valori e pensare ad un programma completo di benessere organizzativo. E nel pensare ad un intervento di well-being aziendale (superando il classico piano welfare) riflettevo sulla definizione di sicurezza psicologica di Amy Edmondson ed il collegamento con Bowlby è stato immediato.
Fiducia e crescita: cosa ci insegna Bowlby
Secondo Bowlby, quando un genitore (o una figura di riferimento) è coerente, affidabile e sensibile ai bisogni del bambino, nel rapporto si sviluppa un attaccamento sicuro. Questo non significa assenza di difficoltà, ma la certezza che, di fronte a esse, ci sarà qualcuno pronto ad accogliere, sostenere e rassicurare in modo saldo e stabile, sicuro. E queste qualità sono alla base di ogni relazione sana e nutriente, sempre.
Il risultato del legame sicuro? Il bambino cresce con fiducia in sé e negli altri, ha una buona autostima ed autoefficacia, ed è libero di esplorare il mondo senza paura costante. Al contrario, se l’ambiente è imprevedibile o incoerente, emotivamente instabile, nascono attaccamenti insicuri (ansioso, evitante, disorganizzato), che rendono più difficile crescere in modo armonico, autonomo e con una sana immagine di sé.
La sicurezza psicologica in azienda e la rete di fiducia
Torniamo alla sicurezza psicologica, costrutto evidenziato come fondamentale da Amy Edmondson che così la descrive:
la sicurezza psicologica è quella percezione, all’interno di un gruppo di lavoro, di poter parlare apertamente senza paura di ritorsioni o giudizi. È ciò che permette di:
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condividere idee, anche non convenzionali;
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commettere errori e trasformarli in apprendimento;
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chiedere aiuto e dare feedback con rispetto;
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sentirsi parte di un contesto affidabile e non punitivo.
In questo senso, la sicurezza psicologica in azienda è l’equivalente adulto dell’attaccamento sicuro: una rete di fiducia che non protegge in modo eccessivo, ma rende possibile osare, sperimentare, innovare. Quella proattività e spirito imprenditoriale tanto auspicate nelle job description ma che richiedono un substrato per poter attecchire e fiorire in azienda.
Sulla sicurezza psicologica e innovazione, ne ho scritto qui, di recente.
Attaccamento e lavoro: analogie che fanno riflettere, ma attenzione
Attenzione: non voglio dire che l’azienda è un genitore e i dipendenti sono bambini — sarebbe un parallelo riduttivo e anche paternalista, ma soffermarmi su una analogia preziosa: in entrambi i casi, la crescita, sia personale che professionale, nasce da un ambiente che offre affidabilità e fiducia, nella la coerenza delle relazioni, nella certezza di non essere giudicati per ogni passo falso.
È questa la “rete di fiducia” che rende possibile l’esplorazione, l’innovazione e la partecipazione autentica.
Proprio come un bambino con attaccamento sicuro si sente libero di esplorare, così un lavoratore in un contesto psicologicamente sicuro si sente libero di contribuire davvero. In assenza di questa rete, invece, si ripetono dinamiche simili agli attaccamenti insicuri:
- chi si chiude e tace per paura di sbagliare (evitamento), chiudendosi letteralmente dentro ai confini di ruoli, degli uffici o dietro ad una tastiera
- o chi cerca continuamente approvazione per essere visto e riconosciuto (ansia) innescando una competizione insana nel team, per attrarre la benevolenza dell’imprevedibile decisore.
Ti risuona vero?
Creare contesti dove le persone crescono e restano
Ecco perché credo che, se vogliamo davvero lavorare su retention e benessere, non basta offrire benefit o programmi motivazionali. Serve costruire un contesto in cui le persone sentano che possono contare sul gruppo e sull’organizzazione. Proprio come nell’attaccamento sicuro, è la fiducia che libera energia, creatività e senso di appartenenza.
E’ fondamentale passare dal legame sicuro alla rete di fiducia.
Alla fine, la teoria di Bowlby ci parla ancora oggi: la sicurezza, che sia affettiva o psicologica, è il terreno su cui crescono relazioni sane e durature, su cui crescere come persone. Anche in azienda.
Grazie per aver letto sino a qui, fammi sapere cosa ne pensi.